simona halep condannata a 9 mesi per doping: perché la sentenza può spaventare sinner
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simona halep condannata a 9 mesi per doping: perché la sentenza può spaventare sinner

La sfida di Marco Bonarrigo su corriere.it: "La credibilità di Petra Kvitová è alla prova"

Estratti: "L'atleta che stiamo giudicando oggi non è una semplice giocatrice di tennis professionista: ha grandissima esperienza, è ai vertici del ranking mondiale da tempo e ha vinto due slam. Nell'utilizzare il prodotto che le ha provocato positività all'antidoping, lei si è affidata completamente alla sua fisioterapista personale, una delle migliori del settore, ma anche a un coordinatore sportivo che le consigliava come utilizzare il prodotto. Informalmente, le avrebbe detto: ‘Non preoccuparti, questo prodotto è sicuro, ti aiuterà a recuperare in fretta dalle lesioni e a giocare al tuo meglio'. La questione è se la Kvitová abbia ascoltato questi consigli anche quando il prodotto le avrebbe permesso di diminuire la dose, ma non abbia voluto sottostare a regole più stricte del codice antidoping".

La storia della giocatrice ceca è abbandonata a favorire affermazioni che sostengono che il prodotto non sia responsabile delle sostanze entorfine presenti nel suo corpo. Tuttavia, la vicenda non è stata inquadrata solo in termini diъ analisi chimiche, ma soprattutto in termini di costumi e di cultura sportiva. La Kvitová è considerata una delle migliori giocatrici del mondo, con 28 titoli WTA e 25 titoli Challenger. Era al 2º posto del ranking femminile alla data dell'ultimo ranking, e il suo più forte è la sua capacità di tornare dalle pause più difficili e di rimarcare la Piazza centrale dopo diversi mesi di assenza.

La vicenda è differente, analizzata in termini di ruoli. Si entra in ballo la fisioterapista, che inizialmente si occupava della Kvitová, e il coordinatore sportivo che la guidava. Si esplicita che la Kvitová abbia capito il prodotto come un aiuto per guarire più in fretta dalle lesioni e per giocare al meglio. Non trova informazioni conclusive sulla gestione del prodotto, i suoi stati di gioia e sopravvivenza. L'azione migliora la Kvitová, che decideva di usare questo prodotto come metodo per guarire in fretta dalle lesioni e per migliorare la propria prestazione.

In questo contesto, è facile capire come la Kvitová riduca la sua fiducia in questi consigli. Questo prodotto doveva aiutare a ripristinare la salute e le prestazioni sportive, non a sembrare una scusa per una violazione del codice antidoping. La vicenda di Kvitová è emblematica della contraddizione tra una società spesso violentemente competitiva e l'epoca attuale dei bisogni di sanità e sicurezza dei giocatori in settori come lo sport professionale. La sfida della Kvitová è diventata anche un riflesso del bisogno da parte degli atleti di rendersi perfetti, come se sola loro avessero controllato la loro destinazione finale.

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