‘solo io ho segnato 4 gol a wembley’– carolina morace,le parole di fascetti e le ingerenze di gaucci
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‘solo io ho segnato 4 gol a wembley’– carolina morace,le parole di fascetti e le ingerenze di gaucci

Carolina Morace è stata una delle calciatrici più prolifiche e talentuose del calcio italiano. Con 105 reti in maglia azzurra e 12 volte capocannoniere in Serie A, ha dimostrato di essere una vera bomber, lasciando un segno indelebile nel mondo del calcio, non solo femminile. La sua carriera è stata impreziosita anche da 12 scudetti conquistati con 8 diverse squadre, una testimonianza del suo eccezionale talento nel segnare gol.

Morace inizia a giocare a calcio sin da giovane, debuttando nella Serie C con il Ca' Bianca grazie alla falsificazione del cartellino che le permette di giocare nonostante avesse solo undici anni, un episodio che segna l'inizio della sua scalata nel mondo del calcio. Successivamente, si trasferisce al Belluno, dove conquista la Serie A a soli quattordici anni e debutta in Nazionale, sostituendo la leggenda del calcio Betty Vignotto contro la Jugoslavia nel 1978.

Negli anni successivi, Morace gioca per diverse squadre di Serie A, tra cui Trani, , Reggio Emilia, , , Agliana, Verona e Modena, vincendo scudetti e titoli da capocannoniere in ognuna di esse. Durante questo periodo, il calcio femminile non era ancora sviluppato come oggi, ma la qualità delle calciatrici italiane era ancora molto elevata, tanto da permettere alla Nazionale di arrivare in finale degli Europei due volte. Morace sottolinea il fatto che molte calciatrici italiane di quel periodo, come Silvia Fiorini e Antonella Carta, non sono ancora state inserite nella Hall of Fame del calcio femminile, nonostante abbiano ottenuto grandi risultati sia in Italia che all'estero.

Un momento particolarmente significativo nella carriera di Morace è stato segnare quattro gol in una partita a Wembley, un'impresa che nessun altro giocatore, uomo o donna, è riuscito a replicare. Questo record è stato raggiunto nel 1990 durante un'amichevole contro l'Inghilterra, e Morace ricorda ancora con emozione il momento in cui la capitana inglese si è presentata nello spogliatoio con il pallone firmato.

Nonostante i suoi successi e i suoi record, Morace rivela che uno dei momenti più significativi della sua carriera è stato quando Eugenio Fascetti, allenatore della quando giocava lì, ha riconosciuto il suo talento e ha dichiarato che era una vera calciatrice, nonostante le sue affermazioni precedenti sul fatto che il calcio non fosse adatto alle donne. Queste parole hanno dimostrato che il talento di Morace e delle altre calciatrici esisteva e meritava rispetto.

Dopo aver smesso di giocare a 34 anni, Morace è diventata allenatrice, una transizione naturale per una calciatrice che era sempre stata una leader in campo e guidava le sue compagne durante le partite. È stata la prima donna a guidare una squadra maschile nel mondo professionistico, la Viterbese, ma ha lasciato la squadra a causa delle ingerenze del presidente Luciano Gaucci, dimostrando di non piegarsi davanti alla pressione. Anche dalla Nazionale femminile Morace è andata via, dopo cinque anni di lavoro, a causa del rifiuto della Federazione di permettere alla squadra di partecipare a tornei internazionali per affrontare squadre più forti. Morace ritiene che il movimento del calcio femminile abbia avuto un vero boom solo quando le televisioni hanno capito che era interessante per il pubblico, mentre i vertici del calcio non hanno colto le potenzialità del movimento.

Oltre al suo straordinario successo nel calcio, Morace è una laureata in giurisprudenza e ha lavorato come avvocata. Ha anche trascorso del tempo a dedicarsi alla sua passione per la storia, ereditata dal padre. Nonostante le sue numerose ambiti di interesse, Morace non ha mai smesso di allenarsi e di dedicarsi al calcio, sia come allenatrice che come opinionista televisiva.

Carolina Morace è una figura di grande spessore nel calcio italiano, una vera icona per le calciatrici di tutto il mondo. Non ha mai avuto paura di affrontare le sfide e ha dimostrato che le donne possono eccellere nel calcio tanto quanto gli uomini. Il suo impegno nel rompere gli schemi e lottare per il riconoscimento delle calciatrici è un esempio per tutti quelli che credono nell'uguaglianza di genere nello sport.

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