“Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gn 4,10). E tu cosa risponderesti?
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“Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gn 4,10). E tu cosa risponderesti?

“Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gn 4,10). E tu cosa risponderesti?

Riflessioni tratte dal sito del gruppo Kairos, cristiani LGBT+ di Firenze

“Sono forse io il custode di mio fratello?” (Genesi 4,10). Quando Caino risponde a Dio con questa domanda, non sta davvero cercando una risposta. Sta fuggendo, sta cercando di scrollarsi di dosso ogni responsabilità.

Non vuole ammettere il proprio fallimento, non vuole riconoscere la sua colpa. Ma Dio non accetta la sua indifferenza: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra!” (Genesi 4,10).

E il sangue di Abele continua a gridare anche oggi. Grida nelle vite spezzate, nelle persone che vengono schiacciate dal disprezzo, nel dolore di chi viene messo ai margini.

Oggi quel grido è il grido delle persone transgender che vengono vilipese, di chi viene cancellato con…

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