Il caso delle feste organizzate da Puff Daddy, alias Sean “Diddy” Combs, è stato al centro di un'indagine giudiziaria negli ultimi tempi. Il rapper è accusato di associazione a delinquere, favoreggiamento alla prostituzione, traffico sessuale, estorsione e abusi sessuali, anche nei confronti di minori.
Tra le accuse più gravi, c'è quella di avere invitato bambini a una festa a sua disposizione, in cui si era consumata erba e si erano esibite donne nude. Un ragazzo di 30 anni, Justin Litovsky, che aveva partecipato a una di queste feste a sei anni, ha raccontato la sua esperienza ai media.
“Ricordo che c'era un sacco di droga e le donne erano in topless in piscina, speravo di buttarmi”, ha detto Litovsky. “C'erano bottiglie e donne nude ovunque. Non pensavo che fosse normale. Per prima cosa mi chiedevo come mai i bambini fossero ammessi alla festa”. La famiglia di Litovsky era presente alla festa perché suo padre, David, era il fotografo della serata.
Litovsky ha ricordato che era l'unico bambino presente alla festa e che il rapper aveva detto: “Se l'assistenza sociale arriva qui è colpa vostra” dal balcone. La sua presenza alla festa è stata spiegata dal fatto che suo padre aveva una certa influenza nel mondo della musica e dello spettacolo, e che la famiglia aveva una certa familiarità con il rapper.
Le feste di Puff Daddy, dette “White Party”, erano note per essere sfrenate e piene di sesso, droga e alcol. Alle feste partecipavano persone di rilievo, tra cui Jay-Z, Jennifer Lopez e Leonardo DiCaprio. In totale, più di 100 persone erano state invitate a queste feste, che si tenevano in piscine private e in ville costose.
La denuncia contro Puff Daddy è stata portata avanti da più di 100 persone, tra cui alcuni minori, che affermano di aver subito violenze sessuali e abusi da parte del rapper. La denuncia è stata depositata nel 2019 e Puff Daddy è stato arrestato in relazione a queste accuse.
Il caso ha sollevato numerose domande sulla cultura della violenza e della droga presente nel mondo dello spettacolo e sulla cultura del “keep up appearances” che può portare a minimizzare gli abusi e le violenze sessuali. La denuncia contro Puff Daddy è solo l'ultimo capitolo di un caso che è stato al centro dell'attenzione dei media in questi ultimi anni.