Titolo: La lite violenta tra Crosetto e Giuli per la presidenza del Museo Egizio di Torino
Alessandro Giuli, ministro della Cultura, e Guido Crosetto, ministro della Difesa, si sono scambiati insulti e urla per la nomina di Evelina Christillin a presidente della Fondazione del Museo Egizio di Torino. L'incidente è avvenuto lo scorso mercoledì mattina, quando Giuli si è recato a Torino per celebrare i duecento anni del museo alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Crosetto, infatti, si oppose nettamente all'andamento della nomina, affermando che Christillin avrebbe sempre attaccato Fratelli d'Italia e non avrebbe perso occasione di prendere le distanze dal partito di Via della Scrofa. La lite è iniziata con un confronto telefonico aspro tra i due ministri, che hanno scambiato messaggi di fuoco e si sono accusati l'un l'altro di avere divorziato la situazione.
Giuli ha giustificato la sua scelta di nominare Christillin, sottolineando che non c'era rapporto personale tra loro e che il partito era stato informato e d'accordo sull'accordo. Tuttavia, Crosetto ha replicato che la nomina era un affronto personale contro Fratelli d'Italia e che la sua protesta era legittima.
La lite si è conclusa solo con l'intervento di Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia Meloni, che ha tentato di placare gli animi. Tuttavia, l'episodio ha rischiato di essere reso pubblico, anche se è stato mantenuto in sede tra i partecipanti al Consiglio dei ministri.
La situazione è particolarmente grave in quanto riguarda le nominate federazione, infatti, in passato, il ministro della Cultura, Francesco Spano, è stato costretto alle dimissioni per via delle rivelazioni di Report e del fuoco amico. Quindi, ogni nomina della cultura abita percorso è considerato imbarazzante per il ministro e danneggia il governo.
In questo contesto, la lite tra Crosetto e Giuli è stata considerata un episodio grave e durissimo, che non ha assolutamente camminato sulla scena politica italiana. L'episodio ha ricevuto una rapida reazione dai mezzi di informazione, che hanno enfatizzato la tensione e la violenza del conflitto.