“Stai con me”: le ultime parole di Arcangelo Correra a Renato Caiafa
La scena sembra incredibilmente realistica. Il giovane, Renato Caiafa, resta in carcere dopo l'udienza di convalida, mentre l'avvocato Giuseppe De Gregorio ha riferito le ultime parole della vittima, Arcangelo, “stai con me”, durante l'interrogatorio. È difficile non pensare a questo scambio di parole subito dopo l'esplosione del colpo d'arma da fuoco. Infatti, il ragazzo non morì all'istante, quindi è naturale che abbia esprimi sentimenti di distruzione e confusione mentale, essendo cosciente di aver interrotto la vita di un “fratello più che un amico”.
Il mio assistito, Caiafa, riferisce di aver trascorso la serata con la sua fidanzata, di aver visto Arcangelo e gli altri intorno a un'appuntamento, poi decidono di vedersi in una piazzetta prossima alle loro abitazioni. Questo luogo, sostiene Caiafa, era frequentato da loro tutti. Dopo aver scoperto un'arma nel pneumatico, Caiafa la mostra a gli altri, quattro o cinque persone in totale, incluso Arcangelo e il cugino di Costui.
Il colpo di arma da fuoco è stato sparato dopo che Caiafa ha mostrato l'arma agli altri. Non sembra che l'arma sia stata passata di mano tra gli spettatori. Nessuno ha fatto riferimento a una discussione o a un litigio prima del colpo. Il colpo è arrivato alla testa di Arcangelo, quasi come se Caiafa avesse puntato l'arma contro di lui, ma potrebbe essere stato un movimento del braccio innocente. Ci sono stati altri colpi di calibro diverso e altre pistole presenti sul luogo del crimine.
Nonostante ciò, l'interrogatorio non ha sollevato questioni sulla circostanza della sparatoria. Il mio assistito ha chiesto che il fermo non fosse convalidato, poiché ciò richiederebbe di documentare la possibilità che il soggetto possa fuggire o inquinare l'indagine.