STEFANO ARGENTINO, DENUNCIATA LA MADRE
Il professor Michel Maritato, un criminologo e docente di Criminologia, ha discusso il caso di Stefano Argentino, un uomo accusato di avere commesso un grave delitto. Il caso ha sollevato molte domande e preoccupazioni, in particolare riguardo alla gestione della giustizia e alla protezione delle vittime.
Maritato ha sottolineato che la morte di Argentino in carcere, a causa di un suicidio, rappresenta una “tragedia nella tragedia” e ha privato la famiglia della vittima, Sara Campanella, della possibilità di avere una sentenza passata in giudicato e di conoscere la verità giudiziaria.
La dottoressa Mary Petrillo, psicologa e criminologa, ha sottolineato che il suicidio di Argentino potrebbe essere legato a un senso di controllo perduto e a una patologia che lo ha portato a compiere un gesto estremo.
Il dottor Tommaso Spasari, docente di Medicina Legale, ha evidenziato che il caso di Argentino è un esempio di come la giustizia possa fallire nella gestione dei casi di stalking e di violenza contro le donne.
Maritato ha anche sottolineato che il caso di Argentino è un esempio di come la mancanza di educazione civica e di conoscenza del diritto possa portare a situazioni di vulnerabilità per le vittime. Ha anche criticato la chiusura dei manicomi in Italia, che ha portato a una mancanza di strutture adeguate per la cura e la riabilitazione dei soggetti con patologie mentali.
Inoltre, Maritato ha sottolineato che il carcere non deve essere visto solo come un sistema punitivo, ma anche come un sistema riabilitativo, e che la figura dello psicologo e dello psicoterapeuta deve essere valorizzata nel processo di riabilitazione dei detenuti.
In sintesi, il caso di Stefano Argentino e di Sara Campanella rappresenta una tragedia che solleva molte domande sulla gestione della giustizia, sulla protezione delle vittime e sulla necessità di una maggiore attenzione alla cura e alla riabilitazione dei soggetti con patologie mentali.
