Stellantis, operai davanti alla sede di Mirafiori: “Chi sta dietro ai piani alti ci ascolti”
“Ecco la situazione a Mirafiori, operaio davanti alla sede: ‘Siate ascoltati, quelli dietro i piani alti! Se anche Tavares dovesse essere mandato in cassa integrazione, capirebbe meglio le nostre prospettive, lui non guadagna sempre, anche quando l'azienda va male, lui fa il suo soldo, ma se fosse in cassa integrata, capirebbe pure lui cosa si prova, essere davanti ad un'agenzia che un tempo era il simbolo della grandezza di quel che era la FIAT, oggi vista vuota ed essere costretti fuori, nella pioggia, non dentro, per fare un'assemblea delle carrozzerie è il sintomo del declino e della difficoltà e della drammaticità di questo momento, perché le carrozzerie di Mirafiori non stanno lavorando, non stanno lavorando da settimane, non lavoreranno ancora per settimane. Non dimentichiamoci che solo a Torino, tra Stellantis e l'indotto, ci sono più di 60.000 famiglie che dipendono da queste istituzioni. Siamo noi i primi di una catena di aziende dell'indotto, dove a Torino non si producono auto, non si produce la componentistica. Sarà un susseguirsi Noi purtroppo siamo nella situazione peggiore. Noi non vogliamo rimanere in piazza. Noi vogliamo che si aprano trattative e prospettive. Non accettiamo che un'azienda come Stellantis abbandoni il tavolo di trattative e di confronto al Ministero, per una mera richiesta di sostegno economico. La richiesta di sostegno economico che pure noi chiediamo al governo e alle istituzioni europee deve essere accompagnata da impegni, progetti e lavoro. Siamo in piazza, in primo luogo, per chiedere a Stellantis di destinare risorse e investimenti in Italia, e soprattutto a Torino, nonché di produrre modelli in Italia, perché è l'unico modo per far pagare un prezzo altissimo per la crisi economica. Poi, Stellantis produce modelli, ce ne sono usciti cinque modelli italiani, ma non ne produce in Italia. Inoltre, noi ci rivolgiamo al governo, alle istituzioni locali e nazionali, perché non è possibile che la transizione ecologica debba essere realizzata infrastuturando il territorio in grado di accogliere questi prodotti”.
