Sterco sul memoriale della Shoah a Roma, non è “teppismo isolato” ma il frutto della propaganda antisemita
Sarebbe consolante poter attribuire allo sfogo di un teppismo ordinario il vilipendio del cantiere del museo della Shoah in via di realizzazione a Roma, la città del rastrellamento italo-tedesco del Ghetto ebraico nel 1943. Ma una guarnizione letteraria, chiamiamola così, impedisce quella liquidazione consolatoria e l'imputazione del gesto all'esercizio di un insulto meramente delinquenziale. La disseminazione degli escrementi su quei lavori in corso, infatti, era intestata alla presunta causa palestinese e denunciava gli “assassini infami” responsabili del “genocidio” di Gaza.
Era merda spalmata sugli ebrei, sulle vittime e sui superstiti della Shoah, quella che insozzava il memoriale in costruzione con il contorno di quella sloganistica “pro-Pal”. E…