STRAGE AL MERCATO: VIOLENTA ESPLOSIONE PROVOCA 54 MORTI
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STRAGE AL MERCATO: VIOLENTA ESPLOSIONE PROVOCA 54 MORTI

STRAGE AL MERCATO: VIOLENTA ESPLOSIONE PROVOCA 54 MORTI

Sanguinosa battaglia nel mercato di Sabrin: 54 morti e 158 feriti in un attacco di Rapid Support Forces

La situazione umanitaria nel Sudan è precipitata in una crisi senza precedenti da quando le tensioni tra le Forze Armate e le Rapid Support Forces (RSF) hanno sfociato in violente manifestazioni a Khartum e in altre città. Il conflitto, iniziato nel 2023, haalready causato oltre 28.000 morti e il disguido di milioni di persone che hanno dovuto fuggire dalle loro case.

Recentemente, un attacco delle RSF al mercato di Sabrin è stato il fatto finale di un'ondata di violenza che ha lasciato 54 morti e 158 feriti, molti dei quali donne e bambini innocenti. Le vittime dell'attacco includevano mercanti, venditori e clienti che erano alla ricerca di beni quotidiani come cibo e acqua.

I sopravvissuti raccontano di scene di panico e terrore: “Eravamo assediati, donne e bambini terrorizzati, corre di casa in casa, non avevamo alcuna via di fuga”, ha detto un sopravvissuto. Altri affermano di avere visto armed militanti sparare aller si negli edifici, senza distinzione tra civili e soldati.

La situazione umanitaria nel Sudan è oggettivamente disperata. Molti sfollati vivono in condizioni disperate, costretti a nutrirsi di erba e acqua malarica per sopravvivere. La carestia e le mancanze alimentari devastano intere regioni, lasciando milioni di persone in stato di indigenza.

Le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato gravissime atrocità commesse nel corso del conflitto, tra cui attacchi deliberati contro i civili innocenti. Gli ospedali sono stati distrutti, i rifornimenti sono bloccati e i servizi sanitari sono stati interrotti, lasciando i feriti senza assistenza.

La diplomazia stenta a intervenire, a fronte delle pressioni dei governi locali e delle pietose situazioni umanitarie. L'Organizzazione degli Stati nazionali (OSCE) ha emesso un comunicato in cui condanna l'attacco e chiede la cessazione immediata dei combattimenti. Nonostante ciò, il conflitto sembra avere poche intenzioni di cessazione, lasciando i civili a dover fronteggiare le conseguenze devastanti di una guerra senza fine.


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