STRAGE CORINALDO,ANDREA CAVALLARI ESCE DAL CARCERE PER DISCUTERE LA TESI E SPARISCE CON LA FIDANZATA
Andrea Cavallari, un 26enne condannato per la strage di Corinaldo, è fuggito dopo essere uscito dal carcere di Bologna con un permesso speciale per discutere la sua tesi di laurea all'Università di Bologna. La fuga è avvenuta nonostante Cavallari dovesse rientrare in carcere dopo la cerimonia, accompagnato dalla famiglia e senza scorta. Dopo la discussione della tesi, Cavallari si è allontanato con la fidanzata e da quel momento è risultato irreperibile.
Cavallari sta scontando una pena definitiva di 11 anni e 10 mesi per l'omicidio di sei persone e il ferimento di altri 59, commessi durante una rapina nella discoteca Lanterna Azzurra nel 2018. Faceva parte di un gruppo criminale noto come la “banda dello spray”, che operava tra Modena e Bologna.
La fuga di Cavallari ha riacceso il dibattito sulla concessione di benefici ai detenuti e sulla loro gestione all'interno del sistema penitenziario. In particolare, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPE) ha espresso preoccupazione per la mancanza di coinvolgimento della polizia penitenziaria nelle decisioni relative alla concessione di permessi e benefici ai detenuti.
Il SAPE sostiene che la polizia penitenziaria dovrebbe avere un ruolo più attivo nella valutazione dei rischi associati alla concessione di permessi e benefici, in particolare per detenuti condannati per reati gravi come Cavallari. Il sindacato ha anche chiesto maggiori controlli e verifiche sulla sicurezza all'interno delle carceri e sulla gestione dei detenuti.
Le ricerche di Cavallari sono ancora in corso, con la polizia che sta lavorando per ritrovarlo e farlo rientrare in carcere. La fuga del condannato ha sollevato interrogativi sulla sicurezza del sistema penitenziario e sulla capacità di gestire i detenuti pericolosi. Il caso di Cavallari è considerato un episodio grave e preoccupante, che richiede una revisione delle procedure di gestione dei detenuti e della concessione di benefici.
In generale, la fuga di Cavallari ha messo in luce le debolezze del sistema penitenziario italiano e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e controllo all'interno delle carceri. Il caso è anche un promemoria della importanza di garantire la sicurezza pubblica e di proteggere i cittadini da individui pericolosi come Cavallari.
