STRAGE DI MONREALE, UNA FERITA ANCORA APERTA
La discussione verte sulla violenza giovanile in Italia, in particolare a Palermo, dove recentemente si è verificata una sparatoria con tre vittime. Gli ospiti, tra cui un professore di criminologia, una psicologa giuridica e un avvocato penalista, discutono le cause e le conseguenze di questo fenomeno.
Secondo l’avvocato Paladina, la violenza giovanile non è un problema solo di Palermo o della Sicilia, ma è un problema nazionale. I giovani sono influenzati da modelli di violenza e criminalità organizzata e cercano di emulare questi comportamenti. La mancanza di punti di riferimento e di valori provoca questo comportamento.
Il professor Mezzone sottolinea che la disponibilità di armi è un problema serio e che i giovani possono reperirle facilmente. La violenza giovanile non è in aumento, ma la tipologia di reati è più efferata, con più violenza sessuale e omicidi.
La dottoressa Volpini sostiene che la percezione di insicurezza sociale e la mancanza di interazioni sociali sane sono cause della violenza giovanile. I giovani si sentono soli e non protetti dalle autorità, quindi ricorrono alla violenza come strumento di comunicazione e regolazione delle relazioni.
L’avvocato Paladina concorda con la dottoressa Volpini e sottolinea che i giovani cercano la loro individualità nella violenza, che li aggrega. La mancanza di modelli di riferimento e di valori provoca questo comportamento.
Il consigliere Nicolao sostiene che il quartiere Zen di Palermo, dove si è verificata la sparatoria, è un esempio di come la politica non abbia fatto abbastanza per prevenire la violenza giovanile. La presenza dello Stato in strada e la creazione di zone rosse possono aiutare a prevenire la violenza, ma è necessario anche un approccio più globale che coinvolga la famiglia, la scuola e la società civile.
In sintesi, la discussione evidenzia che la violenza giovanile è un problema complesso che richiede un approccio multifattoriale, che coinvolga la prevenzione, l’educazione e la presenza dello Stato in strada. necessario anche creare alternative ai modelli di violenza e criminalità organizzata e promuovere valori e punti di riferimento positivi per i giovani.

