STRAGE NUORO: “HO FINITO DI ESSERE MORTO PER SOPRAVVIVERE”. LE AGGHIACCIANTI PAROLE DEL FIGLIO
Era una giornata come le altre a Nuoro, quando un orrore inimmaginabile si consumò all'interno di un'abitazione. Roberto Gleb Oni, un operaio di 50 anni, commise un delitto inaudito uccidendo i membri della sua famiglia uno dopo l'altro. Tre testimoniarono questo massacro: i suoi familiari, ma soprattutto suo figlio di 14 anni, che assistette all'orrore e trovò l'unica via di salvezza fingendo di essere morto.
Quel giorno, l'universo di Roberto era devastato dal terrore e dall'istinto di sopravvivenza. L'uomo aveva deciso di compiere il gesto irreparabile, ma suo figlio, più avveduto e determinato, riuscì a sopravvivere fingendo di essere morto. Questa disperata strategia gli salvò la vita.
Dopo la strage, Roberto lasciò la sua abitazione e si recò a casa della madre, dove si tolse la vita. La polizia arrivò sul luogo del delitto e trovò il figlio superstite che aprì la porta, urlando disperato: “Tutti erano morti! Hanno ucciso la mia famiglia!”. Lo portarono in ospedale, dove lo ascoltarono attoniti dalle parole di quel bambino devastato.
Gli investigatori, giunti sul luogo del delitto, trovarono l'appartamento in preda al caos e alla disperazione. La polizia aveva ricevuto un allarme lanciato dai vicini, che avevano sentito delle urla e delle grida provenire dall'interno della casa. Alcuni avevano pensato che fosse una lite tra i componenti della famiglia, ma quando gli investigatori entrarono nell'appartamento, trovarono scene di terrore e di violenza inaudite.
Il figlio superstite raccontò la sua storia in ospedale, raccontando di come aveva visto suo padre uccidere i membri della sua famiglia uno dopo l'altro. Aveva visto suo padre impugnare un coltello e, terrorizzato, aveva deciso di fingere di essere morto per sopravvivere. Evidentemente, il gesto gli era stato efficace, poiché era stato il solo superstite tra i componenti della famiglia.
Il delitto di Nuoro è un caso estremamente grave e tragicamente rappresentativo del rapporto tra terrore e sopravvivenza. Roberto Gleb Oni, il responsabile del massacro, aveva evidentemente perduto il controllo di sé stesso e si era lasciato andare all'istinto di morte. Sfortunatamente, non ebbe la possibilità di pentirsi e chiedere perdono ai suoi cari.
Invece, suo figlio, che aveva assistito all'orrore, era stato costretto a vedere i suoi cari uccidere uno dopo l'altro. Aveva visto la morte di sua madre, di sua sorella e di suo fratello, e aveva dovuto nascondere la sua disperazione per sopravvivere. Questo caso è un chiaro esempio del trauma e della devastazione che possono causare i delitti familiari.
La storia del figlio superstite di Roberto Gleb Oni è un caso emblematico della tragedia umana e della disperazione che può colpire una famiglia. E il ricordo di quell'orribile giornata a Nuoro rimarrà impresso per sempre nella memoria dei testimoni di questo tragico evento.