Su Gaza l'Italia tace: così il tricolore latita nelle grandi diplomazie internazionali
di Paolo Gallo
Mentre Macron, Scholz e Starmer sottoscrivono una nota congiunta in cui auspicano una ripresa dei negoziati e chiedono il cessate il fuoco a Gaza, l'Italia se ne sta bella tranquilla in silenzio. Una sorta di quiescenza consapevole, perché ‘non dire' è meglio che prendere posizione, dar seguito all'articolo 11 ed essere costituzionalmente schierati può fare perdere voti e far saltare il banco. E allora che si fa?
Si distoglie lo sguardo dai grandi temi dei tempi moderni e si punta tutto sui cromosomi di Imane Khelif o sulle mirabolanti imprese digitali del social media manager di Sangiuliano. Perché distrarre il popolo, soprattutto a Ferragosto, è lo sport preferito di una classe politica inerme, incapace di essere protagonista nel panorama europeo e mondiale.
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