Su Pifferi nuova perizia psichiatrica, la sorella: “Delusa, Alessia non ha deficit cognitivi”
La Corte d'Appello ha accolto la richiesta della difesa di Alessia Pifferi di svolgere una nuova perizia psichiatrica sull'imputata, condannata all'ergastolo per la morte della figlia Diana. La donna, accusata di aver lasciato morire la sua figlia a 18 mesi di età, è stata condannata in primo grado per aver commesso un omicidio colposo.
Durante il processo, la difesa di Alessia Pifferi ha avanzato l'ipotesi che la donna potesse avere un disturbo cognitivo che le impedisce di comprendere il nesso di causalità tra le sue azioni e le conseguenze che ne derivano. La difesa sostiene che questo disturbo cognitivo le ha impedito di prevedere che la figlia sarebbe morta lasciandola sola per sei giorni.
La difesa ha anche sollevato dubbi sulla perizia psichiatrica eseguita in primo grado, sostenendo che essa non era sufficientemente dettagliata e che non forniva una vera comprensione della mente di Alessia Pifferi. La difesa ha anche evidenziato che la documentazione presentata in tribunale era scarsa e incompleta, e che alcune delle prove presentate non erano originali, ma solo fotocopie.
Alessia Pifferi ha anche espresso le sue convinzioni sulla sua condotta, affermando di non essere consapevole di aver fatto qualcosa di sbagliato e di non comprendere il significato del termine “simulazione”. La donna ha anche accusato la famiglia di non averle mai dato sostegno e di averla criticata senza misura.
La difesa sostiene che la vera questione è capire se Alessia Pifferi abbia compreso il nesso di causalità tra le sue azioni e le conseguenze che ne derivano. La difesa chiede di eseguire una nuova perizia psichiatrica per comprendere meglio la mente di Alessia Pifferi e se il suo disturbo cognitivo le ha impedito di comprendere il nesso di causalità.
In sintesi, la Corte d'Appello ha accolto la richiesta della difesa di eseguire una nuova perizia psichiatrica per comprendere meglio la mente di Alessia Pifferi e se il suo disturbo cognitivo le ha impedito di comprendere il nesso di causalità tra le sue azioni e le conseguenze che ne derivano.
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