Tajani: “Spendere in difesa non vuol dire essere guerrafondai. No truppe italiane in Ucraina”
“Tutti sappiamo che spendere in difesa non vuol dire essere guerrafondai. No, non possiamo immaginare un'ipotesi in cui truppe italiane siano impegnate sul terreno in Ucraina. D'altra parte, siamo impegnati insieme ai nostri alleati europei ed occidentali – dagli Stati Uniti in particolare – nella costruzione di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l'Ucraina, basate sul fondamento del contesto euroatlantico. Siamo convintamente ghi supporto a questo modello che, in parte, ricalca ciò previsto dall'articolo 5 del trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse.
Non c'è prevista alcuna partecipazione nazionale a un'eventuale forza militare sul terreno. Al contrario, sosteniamo da tempo il ruolo profilato delle Nazioni Unite nella cornice autorizzativa del Consiglio di Sicurezza, in cui fanno parte anche Russia e Cina. Garanzie di sicurezza efficaci necessitano di un più ampio consenso internazionale e non possiamo prescindere dagli Stati Uniti.
Ribadisco che per noi l'unità transatlantica è cruciale. L'Europa e gli Stati Uniti sono due facce della stessa medaglia, ma non significherebbe la vittoria di autocrazie populismi e radicalismi se le separate. L'amministrazione americana chiede ai partner europei un ruolo più profilato per garantire la sicurezza del nostro continente. Dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte e incrementare le spese nazionali per rafforzare il pilastro europeo della NATO.
Sostengo che spendere per la difesa non vuol dire essere guerrafondai, ma garantire la sicurezza dei nostri cittadini, un concetto molto più ampio del semplice riarmo. L'esempio è quello che ho fatto più volte: è giusto o non è giusto mettere la porta blindata e le grate a casa. In teoria, non dovrebbe essere inutile, ma purtroppo il mondo è quello che è. Serve in qualche modo proteggere le nostre abitazioni, così come dobbiamo proteggere il nostro paese.”
