Terra dei fuochi e la sentenza Cedu: “Il commissario straordinario non è quello che indica la Corte”
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Terra dei fuochi e la sentenza Cedu: “Il commissario straordinario non è quello che indica la Corte”

Terra dei fuochi e la sentenza Cedu: “Il commissario straordinario non è quello che indica la Corte”

La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che condanna l'Italia per l'errore dell'agire nel caso della “Terra dei Fuochi” stabilisce una verità storica che nonostante le mobilitazioni popolari e le evidenze, ancora oggi, dopo oltre 10 anni, qualcuno fatica ad affermare. La sentenza ha stabilito che l'Italia non ha fatto ciò che doveva per proteggere la salute dei cittadini e dell' ambiente, ordinandovi di procedere alla caratterizzazione dei rifiuti, alla perimetrazione delle aree inquinate e alle bonifiche con urgenza.

La sentenza, descritta come storica, ha avuto un impatto opposto sulle istituzioni. La Regione ha negato che l'episodio datasse a un'epoca antecedente al 2013, ma la sentenza descrive operazioni di sequestro e scoperta di discariche abusive pericolose fino al 2021. Il governo, d'altra parte, ha deciso di nominare un commissario straordinario per la “Terra dei Fuochi”, un atto che contrasta con la sentenza della Corte europea.

Noi abbiamo parlato con due avvocati che hanno presentato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. “La sentenza è un esito di un popolo affranto, afflitto e distrutto, che vedeva i propri diritti violati e aspettava un cambiamento” hanno detto. La sentenza denuncia l'inefficacia del sistema di tutela ambientale e l'insufficienza delle misure adottate.

Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo è stato l'ultima spiaggia per un popolo sovrastimato e disperato, costretto a sfidare l'amministrazione italiana per ottenere giustizia. La nomina del commissario straordinario contrasta con la sentenza, che richiede la partecipazione attiva della società civile e non l'appello a poteri straordinari.

Il caso della “Terra dei Fuochi” è la storia di un popolo martorizzato, di tecnogenosi, di morti premature e di sofferenze irreparabili. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che l'Italia non solo non ha fatto ciò che doveva per proteggere la salute e l'ambiente, ma ha anche negato ai cittadini il diritto alla salute e all'informazione. È il momento di agire, non di discutere come, quando e perché. È il momento di agire subito e di farlo bene.


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