Terremoto Campi Flegrei, protesta a Bagnoli: “Chi ha concesso tutte le licenze? Lo Stato ci aiuti”
“La protesta a Bagnoli contro il Terremoto Campi Flegrei: “Chi ha concesso tutte le licenze? Lo Stato ci aiuti, non vogliamo più continuare a subire le problematiche che denunciamo da tempo. Le soluzioni previste sono assolutamente insufficienti. È importante che si aprirà un presidio all'area nata, ma deve essere potenziato complessivamente con i presidi sanitari. Le persone non vogliono dormire in sfollati, anche per le persone sfollate. È prioritario perché molta gente in questo momento non sa dove andare, ha bisogno di una verificabilità immediata degli edifici non è possibile la tempistica 30 giorni che hanno dato. Dobbiamo avere una soluzione temporanea che possa garantire alle famiglie una vita dignitosa.
Noi siamo qui, grazie allo Stato che ci ha messo qui e lo Stato ci deve tirar fuori. Ma chi ha costruito questi palazzi tutti con le licenze? Chi ce le ha date? Non lo Stato, quindi adesso lo Stato deve intervenire e portare via.
Vogliamo, dovrebbe addirittura pensare a un allontanamento da Bacoli, Pozzuoli, Bagnoli. Almeno per il momento, Bagnoli è un quartiere di anziani e disabili. Cerchiamoci delle arie non solo quelle della NATO, ma anche altre a disposizione con letti e non con le sedie come sono state messe. E Bagnoli, come tanti altri quartieri, come tutta l'Italia, è piena di persone di età e spesso queste persone sono sole. Allora, anche dal punto di vista della Protezione Civile, queste persone hanno il diritto di essere assistite. Sono anni che ci troviamo in questa condizione, non è l'emergenza. Ci diano dei fondi immediati come c'è stato per il Covid.
Questo è il discorso della rabbia che c'è, la rabbia è giustificata. È ovvio la paura è paura, io non dormo da giorni, la paura c'è e non è poca. Il discorso è che non ti dicono cosa fare, i nostri figli li dobbiamo difendere noi e non esiste chi ci abbandoni. Bisogna fare una lotta, altrimenti non si ottiene niente, perché i politici pensano solo a loro, o aspettano che succeda una catastrofe, poi dopo vanno a dire. Questo non è il discorso che ci interessa”.
