Marco Pannella, un grande del secolo
Marco Pannella è stato uno dei grandi del secolo, nonostante non abbia avuto il potere di un presidente del Consiglio. Nel cuore delle persone, è stato una figura veramente importante. E da questa grande stima per Pannella nasce lo spettacolo teatrale “Da Marco a Marco” che Marco Cappato porterà al Teatro degli Arcimboldi il prossimo 11 novembre.
Il mio editoriale sul ‘Corriere della Sera' di ieri
La mia storia politica è iniziata conoscendo Pannella, con cui abbiamo fatto tanti anni di battaglie insieme. L'ho conosciuto a 21 anni, quando sono stato eletto sindaco di Monza. C'era l'elezioni comunali e i candidati erano io, Pannella e Tara. Cappato non ero io, ma mio fratello Massimo. Io stavo parcheggiando il vespino e lui mi è passato di fianco. Gli ho detto: “Sono il fratello di Massimo”. Allora lui per fare incazzare il fratello sul palco ha detto: “Ho conosciuto il radicale della famiglia”.
Ma perché portare a teatro la sua storia, tra battaglie per i diritti e riflessioni sul futuro? Marco Cappato ha le idee chiare: “Il recinto della politica, della comunicazione politica, dei talk show, è una cosa sempre più ristretta e interessa sempre meno le persone. Siccome il mio modo di fare politica è un po' da fuori dalle istituzioni attraverso la partecipazione dei cittadini, è fondamentale trovare dei canali di comunicazione e dei formati diversi da quelli dei politici che si azzuffano in televisione”.
Il tema del futuro, come detto, non manca nello spettacolo “Da Marco a Marco”. Secondo me, questi 32 anni della mia storia e questo metodo della non violenza, del metterci la faccia, parlano al futuro, non solo al passato: su intelligenza artificiale, modificazione genetica e non solo. Si tratta anche di cercare di mettere le libertà in questo nuovo grande progresso tecnologico e scientifico. Credo che quelle battaglie del passato aiutino a salvare la democrazia per le scelte del futuro.
Marco Cappato: “Le elezioni non sono l'unico modo di fare politica”
Parlando di politica, Marco Cappato rivela di aver scelto un sistema alternativo alle elezioni per provare a portare avanti le sue battaglie: “Cerco di fare politica in un altro modo. Le elezioni non sono l'unico modo, ci sono anche i referendum, le iniziative popolari, le disobbedienze civili. Con i processi e con la corte costituzionale abbiamo ottenuto di più sui temi del fine vita, della fecondazione assistita, di quanto non siano riusciti a fare in parlamento. Alla fine è una scelta di efficacia. Siamo stati più efficaci fuori che non avendo una piccola schiera di parlamentari”.
Sul tema dell'eutanasia, ad esempio, Marco Cappato racconta la sua esperienza personale al fianco di DJ Fabo e Piergiorgio Welby: “Le persone che ho aiutato a ottenere di poter morire senza soffrire mi hanno colpito soprattutto per una cosa: il buonumore, la capacità di senso dell'umorismo negli ultimi attimi della vita. Il contrario di persone disperate e depresse. Welby disse: “Sono un po' nervoso, è la prima volta che muoio”. Fabo disse: “Buono questo yogurt svizzero, se non riesco a morire ce lo riportiamo a Milano questo yogurt”. Di fronte a una serenità del genere capisci che sei al servizio di una richiesta come quando un amico ha bisogno di aiuto. Puoi essere sereno perché sono sereni loro”.
Il testamento biologico: “In Italia è gratis”
Nell'intervista a Radio DEEJAY Marco Cappato parla anche del testamento biologico: “Se la persona ha fatto il testamento biologico, ha proprio il diritto, rivolgendosi al fiduciario, di sospendere la terapia. Il problema è che nessuno lo sa. È gratis, potete farlo negli uffici comunali. Addirittura l'Italia, grazie alla corte costituzionale nel processo di Dj Fabo, ha anche legalizzato l'aiuto al suicidio per i malati che siano irreversibili, con sofferenze insopportabili e tenuti in vita con macchinari o trattamenti sanitari. In queste condizioni, il malato può chiedere alla Asl di essere aiutato all'autosomministrazione di una sostanza letale. Il problema è che non sapendolo nessuno a 5 anni dalla sentenza lo hanno adottato in 4. Il primo che ha fatto richiesta ha ricevuto risposta dopo 2 anni”.
Ma come si fa il testamento biologo? Il sistema è semplice. Basta andare sul sito dell'associazione Luca Coscioni (di cui Cappato è tesoriere), scaricare il modulo, compilare, andare in Comune e consegnarlo. I passaggi sono spiegati anche nella seconda parte dell'intervista, disponibile qui sotto.
Infine, Marco Cappato parla della sua vita privata, compresa la moglie Simona Voglino Levy, giornalista e attivista, e la loro figlia Vittoria Micol, nata il 19 novembre 2018. E chissà che anche loro non siano presenti il prossimo 11 novembre allo spettacolo teatrale.