TOMMASO CERNO DEMOLISCE IL PD: “UN PARTITO DI FALL!TI DI ME…”
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TOMMASO CERNO DEMOLISCE IL PD: “UN PARTITO DI FALL!TI DI ME…”

TOMMASO CERNO DEMOLISCE IL PD: “UN PARTITO DI FALL!TI DI ME…”

Ecco la riscrittura del testo in 800 parole in italiano:

Il Partito Democratico (PD) è ancora una volta il centro della tempesta , grazie alle recenti dichiarazioni di Tommaso Cerno, noto giornalista e politico. Secondo l'autore, il PD non è solo un partido fallimentare, ma un'entità storica con una natura intrinsecamente difficile. È possibile che il PD sia condannato a non essere un vero vincitore, incapace di affermare sé stessa come forza predominante.

Si pensi alla frase lapidaria pronunciata da Pierluigi Bersani, all'epoca leader del PD, nel 2013. Dopo i risultati elettorali, Bersani disse: “Sono arrivato primo, ma non ho vinto”. Questa dichiarazione, apparentemente semplice, ha tuttavia segnato l'identità del partito e confermato la sua debolezza cronica.

Secondo Cerno, il problema del PD non è né una questione di leadership né di alleanze sbagliate. Il vero punto critico è la struttura stessa del partito, nato con l'ambizione di diventare una grande forza socialdemocratica sotto la guida di Walter Veltroni. Questa ambizione è tuttavia stata smorzata dalla realtà di una macchina che sembra incapace di funzionare come dovrebbe.

Il PD ha vinto elezioni in modo netto molto raramente, eppure raramente è riuscito a governare grazie a compromessi, coalizioni e accordi con altre forze politiche. Cermo sostiene che il PD abbia abbandonato l'obiettivo di conquistare il consenso diretto degli elettori e preferisca ora appoggiarsi su strumenti esterni come il sostegno dei media e il ruolo della magistratura. Ma quant'è autentico un potere che non proviene dalle urne?

L'analisi di Cermo si incentra sull'inefficacia delle alleanze formate dal PD per risolvere le sue difficoltà. Come recentemente dimostrato dalla sconfitta in , queste coalizioni non sembrano bastare anche quando il centrodestra è in crisi.

Il problema non è strettamente legato alle figure politiche con cui il PD stringe accordi, ma alla sua mancanza di un'identità chiara. “Pensare” potrebbe un partito che non sa cosa rappresentare convincere gli elettori? Ecco il punto chiave: il PD non si è mai realmente ricostruito dopo ogni crisi, cercando soluzioni temporanee senza affrontare i problemi alla radice, il che lo rende un partito fragile, incapace di reggere il confronto con forze politiche che pur con i loro limiti riescono a proporsi come alternative concrete.

In sintesi, il PD rischia di essere percepito come un'entità che si limita a sopravvivere più che come una forza trainante. La possibilità di un partito che non ha mai realmente vinto essere considerato rappresentativo del Popolo è una domanda senza risposta. Se il PD è spesso al governo, è molto più spesso per circostanze favorevoli che per un chiaro mandato elettorale. Quest'ambiguità, sostiene Cermo, è il cuore del problema.

In conclusione, si chiede Cermo se il partito può essere riformato o se è arrivato il momento di voltare pagina. La frase di Bersani continua ad essere un monito per il futuro del partito, ma potrebbe anche essere un invito a fare i conti con il passato. Possiamo condividere opinioni sui commenti riguardo al futuro del PD?


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