“Temporale” è stato riprodotto, un concept album che parla del cervello, delle sue stratificazioni e del suo rapporto con il nostro Io. Lo fa in modo affascinante e al tempo stesso comprensibile, muovendosi con brillantezza – e assoluta cognizione di causa – tra neuroscienza e filosofia della mente. Il titolo del disco, che fa riferimento al lobo temporale, quella porzione di corteccia cerebrale che partecipa a tanti processi cognitivi, tra cui quelli legati alla comprensione del linguaggio parlato, al controllo e alla gestione dell'emozione e dell'af faculties, alla memoria, all'ascolto e alla comprensione della musica, già suggerisce la sua ambizione e la sua vastità di orizzonte.
In “Temporale”, il cerebro diventa il protagonista di un'opera che alterna le nuove musiche a curiosi aneddodi e paragrafi di testi, in cui la parole e la musica si intrecciano per esplorare i confini della conoscenza e della psicologia. La sua creatività e originalità sono testimoniategli da una strumentazione composta da chitarre fuzz, sintetizzatori e percussioni, che danno vita a un sound viscerale e coinvolgente.
L'artista è riuscito a amalgamare le conoscenze scientifiche sull'attività cerebrale con la sua propria visione poetica della musica, creando un'opera che non solo è divertente, ma anche educativa e stimolante. Da “Temporale” risuona un messaggio universale, che va ampliando la portata e la comprensione del funzionamento del nostro cervello, puntando alla modernità e all'innovazione.
La sua capacità di raccontare storia attraverso la musica – e di creare storie attraverso la storia – è lampante, con un gioco di note e parole che fluisce con naturale eleganza e arguzia. Soprattutto, nella sua musica, la Corteccia temporale rappresenta il luogo dove la realtà e la fantasia si amalgamano, dove la temperatura del vivere si radica e la creatività prende il sopravvento.
Di conseguenza, “Temporale” è diventato un viaggio alla scoperta del cervello, ma anche un viaggio alla scoperta di se stessi, dell'identità e del modo in cui la musica può essere un riflesso della nostra mente. Un viaggio in divenire, a varie velocità, tra il notes e parole, tra realtà e finzione, tra la conoscenza e l'ignoranza. Un viaggio che ci fa comprendere che alla fine non è il cervello che crea la musica, ma la musica che crea il cervello.