Trasporti, Schlein punge Meloni: “Diranno che quando c'era lei nemmeno un treno era in orario'”
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Trasporti, Schlein punge Meloni: “Diranno che quando c'era lei nemmeno un treno era in orario'”

Trasporti, Schlein punge Meloni: “Diranno che quando c'era lei nemmeno un treno era in orario'”

Ecco il testo tradotto in italiano:

“Trasporti, Schlein attacca Meloni: ‘Diranno che quando c'era lei nemmeno un treno era in orario'”.

Grazie Presidente, poi con tutta calma e successivamente con urgenza il ministro Salvini chiese di poter parlare in aula oggi, alla fine della giornata, dopo che da mesi le opposizioni chiedevano di sapere le cause incredibili ritardi e disagi sulla rete ferroviaria.

Poi è arrivato qui ministro e ha letto un esposto per ricordarci che le ferrovie si sono scusate, ma la nostra domanda è quando si scusa lei con gli italiani, ministro, quando si scusa per i disagi ai lavoratori, alle lavoratrici, agli studenti che ogni giorno viaggiano con un'ora di ritardo almeno? Non stiamo parlando solo dei disagi dovuti ai guasti ai ritardi, ma anche del totale fallimento del Coordinamento delle informazioni di assistenza e delle procedure troppo complicate per i rimborsi.

Non passa giorno che la situazione non veda un peggioramento. Siamo andati a chiedere nella stazione, come fanno noi dei pendolari, di questi record e oggi diventa difficile programmare qualsiasi spostamento diventa un problema quotidiano per migliaia di pendolari, studenti, lavoratori. Diventa un incubo di fronte all'indifferenza di chi ha la responsabilità e dovrebbe almeno avere la cura di scusarsi.

Comunque, lei ha la responsabilità, ministro, non ha la credibilità, ma ha la responsabilità di garantire il diritto alla mobilità in questo paese. Non serve solo inaugurare i cantieri che sono stati finanziati per la gran parte dai governi precedenti, poi a tagliare i nastri sono tutti bravi, lei non fa più il ministro dell'interno e non è possibile che l'unico spostamento che le interessa sia il suo al Viminale.

non vuole affidarle l'incarico quindi si rassegni e cominci a lavorare. Io mi rivolgo alla presidente Meloni perché è pure responsabile di questi disagi. Quando trova un minuto del suo tempo, si occupi di questo paese che ogni mattina viaggia con un'ora di ritardo. È tempo di vita sottratto agli italiani che vanno a lavorare, vanno a studiare con i treni. Non è normale che noi non ci ha detto i minuti di ritardo, stiamo raccogliendo noi i dati perché non esiste un dato aggregato dei ritardi accumulati ogni giorno.

Non è difficile farsi aiutare dai propri amici tecnologici, basta un algoritmo. Noi abbiamo contato una media di 20.000 minuti di ritardi al giorno e non è normale che i snodi fondamentali come e rimangano bloccati. Non è normale che ogni singolo guasto anche fisiologico si trasformi in un disastro per tutta giornata.

Invece di sgomitare per la gara chi è più amico di Matteo Mask, lei e la presidente Meloni parlano del disagio che vivono questi studenti e lavoratori. Mettete là la testa e provate a dare risposte al paese, se ne siete in grado. Perché siamo stufi della vostra propaganda vuota.

Invece, finora abbiamo registrato solo il silenzio del governo e scuse timide ai viaggiatori. Per gli scompartimenti è stato registrato. Fino a quando non avete trovato l'attenuante l'alibi per scaricare una volta ancora ogni responsabilità.

Ha parlato di episodi di gennaio, ministro. Ma le ricordo che anche durante le festività natalizie, anche durante l'estate, abbiamo avuto i disastri. Volete forse accusare le opposizioni anche di questo dei ritardi dei treni, dei chiodi? Lo dicevo scherzando, ministro.

L'altro giorno non che ci avreste accusato anche di questo o forse le Famiglie Arcobaleno gli intellettuali Peppa Pig con chi prendersela questa volta? Il fatto è grave. Guarda che mentre Giorgia Meloni viaggia su e giù per il mondo, dagli Emirati al Sud America a Washington alla Lapponia, pare che sia l'unica italiana che riesce a spostarsi senza problemi. Ecco chi in quei treni non può tirare il freno quando ha bisogno di scendere perché è in ritardo come ha fatto alcuni ministri.

Come ha detto ministro, questo non è un fenomeno nuovo e quindi non spiega perché questa situazione perdurante da mesi. Lo scorso 10 dicembre, le ferrovie cantavano vittoria, annunciando addirittura la riduzione del 42% degli atti vandalici.

Le chiedo, ministro, cosa ha detto che i cantieri possono avere ricadute sulla circolazione. Ecco, come i cantieri non piovono dal cielo e si sa da un po' che ci sono lei avrebbe dovuto prevenire e programmare per diminuire i disagi alla circolazione che vivono tutti i giorni gli italiani e quando salti i cicli di manutenzione, quando abbassi la qualità delle apparecchiature, quando tagli fondi per le riparazioni programmate, favorando solo l'intervento per il singolo guasto, allora non stai amministrando la rete ferroviaria di una potenza mondiale ma provi a gestire i treni come fossero quelli della Lego.

Il governo di Giorgia Meloni sta paralizzando l'Italia. Blocca ogni giorno davvero milioni di pendolari alle stazioni e non si assume neanche oggi uno straccio di responsabilità. Guarda che ogni tanto non fa male in dire scusa, possiamo fare meglio. Scusate possiamo fare meglio, non succede niente, ministro.

Glielo consiglio, i cittadini vogliono impegni concreti: treni che funzionino, che arrivino in orario, informazioni credibili e rimborsi immediati. Giorgia Meloni ha lasciato le briciole nella legge di bilancio per il trasporto pubblico.

Mentre con l'altra mano sprecate soldi pubblici per il fantomatico progetto del ponte sullo stretto e drenate le risorse da altre fondamentali infrastrutture, mentre in e in si fa fatica a spostarsi o sull'operazione fallimentare dei centri in Albania.

Allora un consiglio, guardi, ministro: ridimensioni i suoi sogni, lascia stare il ponte e il Viminale e lavori a far funzionare i treni e a gestire quei 1200 cantieri resi possibile dalle risorse del Pnrr dei governi precedenti.

Gli cantieri che avrebbero avuto bisogno di altra programmazione e ora chiedono di garantire un equilibrio tra lo sviluppo della rete, il mantenimento della qualità del servizio e la sicurezza di passeggeri e di lavoratori, troppo spesso colpiti anche da delle aggressioni. A Giorgia Meloni che ha la vera responsabilità di tutto questo disagio e che vivono ogni giorno lavoratori e studenti. Dico di smettere di nascondersi dietro di lei perché la ricorderanno un giorno quando non sarà più premier, come quella che quando c'era lei nemmeno un treno era in orario. Grazie.”


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