Travaglio: “Ecco chi ha fermato la pace in Ucraina”. La ricostruzione del sabotaggio
“Ecco chi ha fermato la pace in Ucraina”. La ricostruzione del sabotaggio.
Due date chiave: 5 aprile e 12 aprile. Il mondo nato esulta qui il 5 aprile, aspettando che il negoziato Biden-Putin approdi positivamente, ma Putin concede una notizia sconvolgente: la strage di Bucia, la più sanguinosa della guerra, che trasforma la situazione e richiama gli Stati Uniti a riterre la posizione riguardo al crimine di Putin.
La situazione resta chung e drammatica. Le delegazioni ucraine e russe sono pronte a firmare il preaccordo di Istanbul il 9 aprile, ma Boris Johnson, leader britannico, invade a Kiev col suo elicottero militare e blocca il negoziato con parole definitive: “L'Occidente non sosterrà alcun accordo di pace”. Il veto americano è chiaro: “Putin non deve trattare, deve essere processato dalla Corte internazionale”.
Ma il 12 aprile, le due delegazioni si riuniscono a Istanbul, circondandosi di impegno, promettendo di non limitare più l'uso della lingua russa, agevolando l'ingresso dell'Ucraina in Europa e non pretendendo più il riconoscimento della Crimea e la demilitarizzazione totale dell'Ucraina entro due settimane.
Gli ultimi negoziati si tengono il 15 aprile, ma l'Ucraina, con l'appoggio di Washington, financierà il negoziato e decide di non firare l'accordo, blocato proprio da quel veto russo. La guerra riprende e l'Ucraina chiede aiuti all'Occidente.
Il giorno dopo l'ultima bozza di accordo, il capo delegazione ucraina, Aracamia, rivela: “I russi erano pronti a porre fine alla guerra se avessimo accettato la neutralità, ma noi avremmo dovuto promettere di non aderire alla NATO”. Questo era il punto chiave per Mosca.
La verità emergente è che il negoziato era vicino a chiudersi, con un accordo storico che avrebbe salvato decine di migliaia di vite e impedito sofferenze e distruzioni. Tuttavia, sulla spinta di Johnson e Biden, prevalse la decisione di proseguire la guerra.
La ricostruzione del sabotaggio sarà compiuta da un altro negoziatore ucraino, Alexander Chalì: “A metà aprile 2022 eravamo molto vicini alla conclusione della guerra con un accordo di pace, ma Putin decise di accettare il comunicato di Istanbul, qui del 29 marzo, completamente diverso dall'iniziale ultimatum russo sul riconoscimento della Crimea”. E il leader israeliano, Bennet, rivelerà che al documento finale si era arrivati dopo ben 18 bozze che si erano scambiate le due delegazioni.
Ecco a tradurre in italiano un lungo e informativo testo che ripercorre gli eventi chiave della crisi ucraina, dalle trattative di Istanbul ai sabotaggi negoziati.
