Troppi referendum nel 2025 rischiano di diventare indigesti
di Leonardo Botta
È partita un’altra campagna di referendum. All’argomento principe, l’Autonomia Differenziata, si sono aggiunti i quattro quesiti sul Lavoro promossi dalla Cgil e in extremis quello sulla Cittadinanza che, complice la nuova modalità di sottoscrizione telematica, ha raggiunto le 500 mila firme (il termine era il 30 settembre per poter indire la consultazione nell’anno successivo, Consulta permettendo).
E sì che di carne a cuocere se n’è messa tanta. I vari comitati promotori contestano la legge Calderoli, ritenuta dai detrattori una norma spacca-Italia, il Jobs Act di renziana genesi e la legge sulla cittadinanza agli immigrati ormai datata 1992. Non voglio in questa sede discutere del merito dei referendum ma, piuttosto, proporre una riflessione…