UCCIDE LA MOGLIE MALATA E POI SI TOGLIE LA VITA: LA TRAGEDIA A CASTELLAMONTE
La Tragedia di Castellamonte: Ucciso la moglie e poi si è tolto la vita
Nella notte di ieri, il paese di Castellamonte ha ricevuto una notizia shock, quando è stato scoperto il cadavere di un uomo e della sua moglie, Bruno Borghetto e Mariangela Milani, noti come “Tiziana”, nella loro villetta. L'uomo, 71 anni, pensionato odontotecnico, aveva ucciso la moglie, 70 anni, personal trainer, e successivamente si era tolto la vita.
I corpi sono stati rinvenuti 24 ore dopo da uno dei figli, preoccupato per l'assenza di risposte alle sue chiamate. La comunità di Castellamonte è stata sconvolta, e il sindaco Pasquale Mazzali ha definito la tragedia come “una cosa incredibile, non potemmo immaginare che una coppia attiva e felice come loro potesse culminare in una tragedia simile”.
I vicini di casa dei Borghetto dichiarano di aver sempre considerato Bruno come una persona cordiale e amante delle battute, sempre pronto ad accompagnare i nipotini a scuola e grande tifoso della Juventus. Tuttavia, negli ultimi due anni, la vita di Bruno era cambiata profondamente a causa del decesso di sua moglie, sullo stadio, dove soffriva di un grave aumento delle persone con demenza senile.
I risultati dell'indagine sul crimine sembrano suggerire che la causa immediata dell'uccisione della moglie e della decisione di uccidere se stesso era legata alla sua depressione e alla sua incapacità di gestire la malattia di sua moglie. Il fatto che l'uomo abbia utilizzato la sua pistola, regolarmente detenuta per diverse ragioni, ha suscitato la sorpresa e lo sconforto tra gli investigatori.
La tragica notizia ha strappato i cuori ai residenti del paese e ai familiari delle vittime, che sono rimasti scioccati e increduli di fronte alla finalità del dolore e della sofferenza che ha portato alla decisione dernière del tragico delitto. La comunità di Castellamonte si è stretta intorno ai familiari delle vittime, offrendo il proprio sostegno e la propria compassionevole solidarietà. Perché, in quei momenti, era rintracciare simpatia e conforto, più chemai pronunciare parole di disperazione e pietà.