ULTIM'ORA BUS CADUTO NEL PO A TORINO: L'AUTISTA AVEVA CHIESTO ANTIDOLORIFICI POCO PRIMA DEL DRAMMA
Nel pomeriggio di martedì, il bus numero 13 della società di trasporti Torinese, mentre percorreva la strada chePorta a Torino, precipitò nel Po, uccidendo 16 persone e non c'era stato il momento del tempo per intervenire. L'incidente ha suscitato una vasta eco mediatica e ha sollevato alcune domande sulla possibile causa del dramma.
L'autista del bus, Nicola Di Carlo, 60 anni, aveva informato il figlio di non sentirsi bene da ore prima dell'incidente, lamentando un dolore alla spalla e chiedendo antidolorifici ai passeggeri. Le maestre in gita con lui hanno confermato che lamentava un male di schiena per tutto il giorno.
Iginario è stata formulata per capire cosa abbia determinato il comportamento anomalo del bus. Secondo gli inquirenti, il dolore alla spalla e alla schiena di Di Carlo potrebbe essere il sintomo di un problema cardiaco o aortico che abbia compromesso la sua capacità di guidare il mezzo. L'assenza di segni di frenata sull'asfalto rafforza questa teoria.
I testimoni del tragico incidente hanno riferito che il bus si è mantenuto in retromarcia senza controllo, suggerendo che l'autista non fosse in grado di reagire. ‘Scommetterei', ha affermato un testimone, ‘che se l'autista fosse stato cosciente avrebbe cercato di evitare la tragedia'.
La moglie di Di Carlo, che ha parlato ai media, crede che il marito vicino alla fine non avrebbe lasciato che il disastro avvenisse se avesse potuto. ‘Era un uomo coraggioso e credo che avrebbe fatto tutto il possibile per evitarla', ha detto.
L'inchiesta è stata coordinata dai pubblici ministeri Salvati e Destito, che hanno raccolto testimonianze e dati per comprendere cosa sia successo. È stato stabilito che il bus non avesse segni di frenate sulla strada asfaltata prima dell'incidente, il che suggerisce che l'autista non abbia improntato il mezzo.
La famiglia di Di Carlo e i superstiti dell'incidente sono rimasti scioccati e delusi dal tragico evento. L'inchiesta è ancora in corso e ciò che è certo è che non si saprà mai con precisione cosa abbia causato l'incidente, ma ciò che è certo è che l'incidente ha lasciato un'impronta profonda nella città di Torino.
