ULTIM'ORA Chiara Ferragni CONDANNATA ANCHE DALLA CORTE D'APPELLO. “PRATICA COMMERCIALE SCORRETTA”
La vicenda del pandoro Rosa Pink Christmas, gestito dall'azienda dolciaria piemontese Balocco e dalla celebre influencer Chiara Ferragni, ha raggiunto il traguardo finale in corte, con la Corte d'Appello Civile di Torino che ha confermato la condanna per pratica commerciale scorretta. La sentenza sostiene che la campagna di marketing associata alla vendita del prodotto, che voleva sostenere l'ospedale pediatrico Regina Margherita, era ingannevole per i consumatori.
Secondo i giudici, la donazione benefica all'ospedale era stata fatta solo da Balocco, sei mesi prima della campagna pubblicitaria, mentre Chiara Ferragni aveva guadagnato più di un milione di euro dalla vendita del pandoro. L'associazione Codacons e Adusbef, che rappresentano gli utenti dei servizi radiotelevisivi, avevano avviato un'azione legale contro la campagna pubblicitaria, accusandola di essere ingannevole e di violare la normativa sulla pubblicità.
Il Tribunale di Torino aveva già stabilito, nel marzo 2023, che la campagna pubblicitaria era scorretta e che i messaggi promozionali erano stati impropriamente utilizzati per indurre i consumatori a comprare il prodotto. La Corte d'Appello ha ora respinto l'appello presentato da Balocco, confermando la sentenza iniziale e statuendo che la campagna pubblicitaria aveva creato l'illusione che parte del ricavato del pandoro Rosa fosse destinato all'ospedale pediatrico, mentre in realtà non era così.
Secondo la Corte, la mancanza di un reale legame tra la vendita del prodotto e l'azione benefica era significativa per indurre i consumatori in errore. La sentenza conclude che la campagna pubblicitaria ha violato la legge italiana sulla pubblicità, violatrice la norma generale di lealtà e trasparenza che deve essere osservata da tutti gli operatori economici.
Questo caso è un esempio, sempre più frequente, di come la pubblicità possa violare le norme sulla comunicazione commerciale e l'honestà industriale. La sentenza può essere un esempio importante per imprimere nella mente dei consumatori la consapevolezza della importanza di verificare la veridicità delle comunicazioni pubblicitarie e di non essere influenzati dalle rappresentazioni ingannevoli.