ULTIM'ORA È CROLLATA UNA GRU: MORTI 3 OPERAI E 10 FERITI. “UNA STRAGE”
“Sabaude era un'ora tarda della mattina del venerdì quando il dramma si consumava a Samut Sakhon, una località sita a ovest di Bangkok. Un grattacielo aveva crollato all'improvviso nel cantiere di costruzione di un cavalcavia, provocando la tragedia della morte di tre operai e l'infortunio di altri dieci. Gli operai del cantiere erano concentrati nel lavoro pererealizzare il progetto dell'infrastruttura stradale quando improvvisamente la gru aveva ceduto.
L'incidente, descritto dalle autorità come una vera e propria “strage”, è avvenuto senza preavviso e senza alcuna possibile gestione delle situazioni, causando danni fisici e materiali rilevanti. Le vittime erano operaie impiegati nella costruzione del cavalcavia che stava nascendo dall'attività dei tecnici e degli operai impegnati nella manovra della gru. L'agenzia locale di polizia ha confermato quanto è successo e, finora, non si è notato alcuna chiarimento sulle cause che hanno portato alla disfatta della struttura.
Gli uomini in blu si sono affrettati a giungere sul luogo per dare soccorso e aiutare gli feriti, ma non era tempo però di aiuti. La drammatica situazione è emersa dalle rilevazioni immediate della squadra di emergenza e, da allora, si è iniziata un'inchiesta volta a stabilire le ragioni che hanno condotto a questo disastro.
In seguito a quanto è accaduto, ci sono state proteste riguardo alla sicurezza dei cantieri lavori nella zona di Samut Sakhon, considerato il peso che si porta addosso l'idea della preoccupazione riguardo alla gestione del pericolo all'interno delle aree lavorative. È divenuto necessario rivisitare e valorizzare le misure di sicurezza necessarie per garantire la salvezza e la tranquillità dei lavoratori in ogni fase della realizzazione dei progetti e degli impianti. Non si può trascurare che, a partire dal momento in cui una vita umana viene meno a causa di una qualsiasi forma di cattiva gestione della sicurezza, ogni struttura lavorativa si rende compita alla propria stessa disfatta”.