ULTIM'ORA FILIPPO TURETTA AMMETTE IN AULA LA PREMEDITAZIONE: “AVEVO PENSATO DI RAPIRLA E UCCIDERLA”
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ULTIM'ORA FILIPPO TURETTA AMMETTE IN AULA LA PREMEDITAZIONE: “AVEVO PENSATO DI RAPIRLA E UCCIDERLA”

ULTIM'ORA FILIPPO TURETTA AMMETTE IN AULA LA PREMEDITAZIONE: “AVEVO PENSATO DI RAPIRLA E UCCIDERLA”

Ultimezza del confessore, Filippo Turetta, ammette in aula la premeditazione: “Avevo pensato di rapirla e ucciderla”. In seconda udienza alla Corte d'Assise di Venezia, sull'omicidio di Giulia Cecchetti, compareva anche l'assassino reo confessore. Per la prima volta in aula, Turetta ammette la premeditazione del delitto, riconoscendo di avere detto una serie di bugie e spiegando: “Voglio raccontare tutto nel modo più accurato possibile, rispondendo alle domande del pubblico ministero”.

“Il 5 gennaio, ricordo, avevo deciso di andare a prefazione al cimitero e sposare la idea – ha confessato Turetta – avevo pensato di prendere lei, di trasportarla nel cimitero e di ucciderla. Ho realizzato ricerche altresì su Scotch resistente manette professionali per capire come agevolare l'operazione. Non avevo intenzione di far del male a mia sorella, ma volevo stare accanto a lei”. Ha ammesso di avere acquistato online lo scotch e una carta stradale, strumenti che avrebbero dovuto esser materia di azione.

“Il giorno interessato – ha ribadito -, mi sono recato da lei e le ho detto che volevo accompagnarla altrove, ma poi, essa ha rifiutato e, Invece, ha richiesto di restare da sola. In quel momento, sono uscito, mi sono allontanato da lei e non l'ho più riposta vista”. Ha spiegato Turetta, con gli occhi bassi, di essere stato confuso e furioso in quel momento, ma non di avere mai avuto l'intenzione di far del male a sua sorella, affermando: “Sono stato un bruttissimo periodo, volevo tornare con lei e perciò ho ipotizzato questo piano per quella sera. Avevo scritto la lista delle cose da fare, incluso prelevare contante con il bancomat e gettarle le tracce”. Ha chiarito che aveva anche studiato su internet come evitare che l'auto di sua sorella fosse individuata durante la fuga.

Nel corso della seconda udienza, la sorella di Giulia, Elena, non era presente, mentre il padre Gino, che aveva già partecipato all'udienza di apertura del dibattimento, non appariva.


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