ULTIM'ORA SINNER RISCHIA GROSSO, LA WADA: “PENSIAMO CI SIA RESPONSABILITÀ DELL'ATLETA”
Il tennis si è fermato, ma Jannick Sinner non smette di gettare ombra sulla scena sportiva. Non più per le sue splendide prestazioni, ma per un grave problema: il caso doping che lo ha coinvolto a marzo. Il giovane tennista alto 20,5 metri era risultato positivo a tracce minime di clostebol, una sostanza vietata, attribuita all'uso del suo ex preparatore, Naldi. Un tribunale indipendente dell'Anti-Doping Lituania (ADL) ha scagionato Sinner, ritenendolo privo di colpe o negligenze. Tuttavia, la World Anti-Doping Agency (WADA) ha fatto ricorso al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna, chiedendo una squalifica tra uno e due anni, sostenendo la responsabilità dell'atleta verso il suo team.
Intanto, Sinner ha continuato a dominare, vincendo titoli e contribuendo alla vittoria italiana della Coppa Davis 2024. Il direttore della WADA, Olivier Niggli, ha dichiarato: “Non contestiamo la contaminazione, ma la giurisprudenza deve chiarire la responsabilità dell'atleta”. La WADA ha annunciato che la discussione del caso non avverrà prima di febbraio 2025, secondo il calendario pubblicato dal TAS. Non si esclude un'eventuale aggiunta a un'udienza successiva. Niggli ha concluso con un appello, sottolineando l'importanza di proteggere la reputazione degli atleti in un'epoca dominata dai social media.
La vicenda è complicata e sfaccettata, coinvolta nel suo nucleo, la questione dell'responsabilità dell'atleta. Il TAS dovrà avere la ultima parola, stabilendo se Sinner sarà in grado di gloria sua carriera, o se il doping lo accompagnerà per tutta la strada.