A Bruxelles, l'atmosfera è tesa in vista della composizione della nuova Commissione Von der Leyen. I Fratelli d'Italia, in particolare, sono ansiosi che il loro rappresentante, Raffaele Fitto, ottenere una vicepresidenza esecutiva con deleghe pesanti. Tuttavia, non solo loro sono agitati: anche la capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Iratxe García Pérez, sembra inquietata dalle dichiarazioni pro-Fitto dei democratici italiani.
I più importanti esponenti del Partito democratico, come Nicola Zingaretti e Antonio Decaro, hanno espresso sostegno a Fitto, sostenendo che l'Italia meriti un riconoscimento. L'ex segretario del Pd, Zingaretti, ha dichiarato: “L'Italia deve avere il riconoscimento che merita. Abbiamo denunciato che il voto contrario di Meloni a Von der Leyen avrebbe creato problemi all'Italia. Ma no, non è ragione per penalizzare l'Italia”.
Persino la segretaria dem, Elly Schlein, non ha opposto una netta contrarietà, sebbene abbia affermato che il Pd verificherà la compatibilità delle intenzioni di Fitto con il programma di Von der Leyen. La sua frase più significativa è stata: “Non faremo sconti a Fitto. Comunque io diversamente da Meloni non organizzerò manifestazioni contro Fitto come fece lei cinque anni fa contro Gentiloni”.
La reazione di Iratxe García Pérez è stata di sorpresa e disappunto. Come può il Pd alzare il livello di guardia contro i “fascisti” al governo e poi accogliere a braccia aperte uno dei loro più fidati collaboratori? Il suo pensiero è: “Siete stati voi del Pd ad alzare il livello di guardia contro i ‘fascisti' al governo, contro l'estremismo di Giorgia Meloni e ora accogliete a braccia aperte uno dei suoi più fidati collaboratori?”
La situazione è complessa e confusa. La presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, sembra in difficoltà, sotto pressione da parte dei Verdi, che hanno contribuito alla sua rielezione. I Verdi vogliono contare di più e sono scandalizzati all'ipotesi di una vicepresidenza esecutiva per Ecr. Perché a loro che non ti hanno sostenuto dai un incarico rilevante, e a noi che ti abbiamo votato no?
In questo guazzabuglio, si inserisce anche il nervosismo degli euro-poteri per la presenza del ministro dell'Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, alla riunione informale dell'Eurogruppo e dell'Ecofin a Budapest. Il boicottaggio nei confronti di Orban, presidente di turno dell'Unione europea, da parte di 13 ministri su 20 non ha incontrato il favore dell'Italia, che si è presentata alla corte del “Viktator”.
Come può l'Italia essere così vicina a Orban, vassallo di Putin in Europa, proprio ora che il Cremlino minaccia una guerra totale contro Europa e Nato e ha persino inserito nella lista dei ricercati la giornalista italiana della Rai, Stefania Battistini, “colpevole” di aver documentato l'offensiva ucraina nella regione di Kursk senza l'autorizzazione delle autorità di Mosca?
La presentazione o meno del candidato potrebbe ritardare la creazione della prossima Commissione. Il portavoce della Commissione Europea ha detto: “C'è molto tempo fino a martedì mattina, soprattutto se si parla di politica. L'intenzione della presidente è di andare alla conferenza dei presidenti a Strasburgo e presentare il collegio, ma siamo a conoscenza della situazione in Slovenia”.