Un'Altra Erede Di Berlusconi A Processo: Nicole Nel Mirino Dei Tribunali!
La nipote di Silvio Berlusconi, Nicole, è al centro di un procedimento giudiziario per calunnia, diffamazione, violazione di domicilio e interferenza nella vita privata, accusata di avere fatto un'esperienza non autorizzata all'interno di un maneggio di Bergamo, dove ha scattato foto degli animali e della struttura e le ha pubblicate sui social media della sua associazione animalista, “Progetto Islander”.
Secondo l'accusa, Nicole, in qualità di presidente del progetto, avrebbe gestito una controversia situazione, descritta come drammatica, con cavalli malnutriti, sporcizia ovunque e animali infestati da parassiti, appunto malcantano ammuffiti, denunciando uno scenario di degrado e trascuratezza. L'associazione accusa il gestore del centro, Lorenzo Antali, che ricopre ruoli ufficiali nella Federazione Italiana Sport Equestri, di trascuratezza e maltrattamento degli animali.
Tuttavia, il rapporto dei carabinieri forestali non conferma alcuna violazione sistematica, ma si afferma che l'iscrizione degli animali era compatibile con il loro età e patologie pregresse. Lorenzo Antali ammette che un cavallo era in stato di difficoltà, ma la situazione era sotto controllo e un veterinario era già stato contattato. Gli animali afferma erano in condizioni compatibili con l'età e le patologie pregresse.
La magistratura aveva deciso di archiviare l'indagine a carico dei gestori, ma Nicole Berlusconi si oppose fermamente all'archiviazione, poi furono proprio Lorenzo Antali e sua sorella Micaela a denunciare Nicole, dando il via a controinchiesta che ora la vede imputata. La famiglia Antali accusa Nicole di aver diffamato loro, facendole subire un “tracollo morale” e inferto un “colpo morale”.
L'apertura del processo porta ora la vicenda alle aule di tribunale, con due sponde contrapposte: da un lato c'è Nicole, convinta di aver agito per il bene degli animali, e dall'altro la famiglia Antali, che si sente vittima di una campagna diffamatoria che ha distrutto anni di lavoro. La questione resta sulla possibilità di un'azione di prudenza, come proporre accuse pubbliche per smuovere coscienze, o se questa sia un'opzione efficace per la protezione degli animali.
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