Unisciti alle veglie per il superamento dell’omotransbifobia, accendi la luce del cambiamento
Riflessioni di Alessandro Ludovico Previti
Matteo aveva sedici anni quando si è tolto la vita. Per oltre un anno i compagni di classe lo avevano tormentato con insulti e prese in giro: alcuni mascherati da battute, altri apertamente crudeli, tutti parte di una tortura quotidiana. La crudeltà non è mai casuale, ma spesso viene vissuta come se lo fosse. Sua madre, migrante dalle Filippine, aveva parlato con gli insegnanti e cercato di proteggerlo, ma la sua voce non è stata ascoltata abbastanza. Matteo ha lasciato una lettera: “Non ce la faccio più”. Dopo la sua morte, è calato il silenzio.
“È possibile che i nostri pastori cattolici, di solito così loquaci sull’omosessualità, non abbiano avuto una sola parola per lui?” Fu questo il grido del gruppo Kairos di…