Urla “viva la resistenza” durante la commemorazione di Acca Larentia e viene identificato
Il giovane contestatore arrestato durante la commemorazione della strage di Acca Larentia a Roma, gridò "Viva la Costituzione, Viva la Resistenza, m***e" attirando l'attenzione degli agenti, che lo fermarono e lo identificarono.
Il giovane, successivamente, ha rilasciato una dichiarazione ai cronisti in cui si lamenta che anziché arrestare i manifestanti che professano apertamente ideali fascisti, la polizia controlla invece chi si appella alla Costituzione. Critica aspramente il modo in cui è stato gestito il corteo di commemorazione, denunciando che la Festa della Repubblica è stata trasformata in un raduno di neofascisti che si appropriano di una tragedia della storia italiana.
Il giovane contestatore fa notare che ci sono ancora oggi segni della lotta politica e armata della storia italiana, come le croci celtiche presenti in loco, e ritiene quindi giusto onorare le vittime di quel conflitto. Tuttavia, è fermissimo nel sostegno al fatto che ciò non dovrebbe essere un pretesto per riavviare simboli e atteggiamenti fascisti.
Elogia la memoria dei caduti nella lotta politica e armata, senza discriminare fra le vittime di destra e sinistra, e denuncia come il fascismo e il nazismo abbiano portato alle tragedie del XX secolo. Chiede quindi a coloro che non hanno compreso la gravità dei loro atti di riflettere sulle storie dei morti e sugli orrori della storia italiana.
La sua ultima affermazione è quella più dura: "Forse qualcuno non ha studiato". Il contestatore intende ribadire la necessità di imparare dalla storia per evitare che gli errori del passato si ripetano nel futuro.
