“VATTENE!” DEL DEBBIO URLA E UMILIA ILARIA SALIS IN DIRETTA PER…
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“VATTENE!” DEL DEBBIO URLA E UMILIA ILARIA SALIS IN DIRETTA PER…

“VATTENE!” DEL DEBBIO URLA E UMILIA ILARIA SALIS IN DIRETTA PER…

Il caso di Ilaria Salis, un'attivista italiana, ha scatenato un dibattito acceso in Italia dopo la sua partecipazione a una trasmissione televisiva condotta da Paolo Del Debbio. Durante la discussione, Del Debbio ha perso la pazienza e ha detto a Salis di “andarsene” dopo che lei ha continuato a interrompere e a provocare. Questo episodio ha diviso l'opinione pubblica, con alcuni che hanno applaudito la fermezza di Del Debbio e altri che hanno parlato di censura e repressione del dissenso.

Tuttavia, il vero problema non è solo il comportamento di Salis o la reazione di Del Debbio, ma la degenerazione del confronto pubblico in Italia. Il paese sembra aver perso la capacità di discutere in modo civile e rispettoso, sostituendo il confronto con il protagonismo e la provocazione. La libertà di espressione non significa poter dire qualsiasi cosa in qualsiasi momento e modo, ma significa poter parlare all'interno di un contesto di rispetto reciproco.

Del Debbio non ha censurato Salis, ma ha semplicemente ricordato che esistono delle regole del gioco e che il rispetto reciproco è fondamentale per un dibattito costruttivo. La vera tragedia è che ormai siamo così abituati al caos e alle urla televisive che quando qualcuno tenta di ristabilire le regole viene trattato da censore.

Il gesto di Del Debbio non è stato un abuso di potere, ma un grido di difesa del diritto a parlare con ordine, senso e dignità. La TV non può diventare un'arena dove chi urla di più ha ragione. Il rispetto è la base di ogni libertà e è giusto chiedersi dove finisce la libertà di parola e dove comincia la responsabilità di ciò che si dice.

È necessario ricostruire uno spazio dove le parole contano ancora qualcosa e dove il confronto civile sia possibile. Non si può più continuare a dare visibilità a chi entra nei talk show solo per distruggere e non per costruire. Il cambiamento non arriva dall'alto, ma da chi ha il coraggio di ascoltare, parlare e rispettare. È necesario partecipare al dibattito, commentare, condividere e confrontarsi per ricostruire il senso stesso del confronto civile in Italia.


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