Il film “Vermiglio” è un delicato affresco sulla femminilità, raccontato con gli occhi di una regista che ha cresciuto nella stessa regione del Trentino, dove la storia è ambientata. Il film ci porta nel piccolo paese di Vermiglio, a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, per mostrare la vita di una grande famiglia e la loro lotta per sopravvivere in un momento di crisi.
La storia si svolge nel 1944, in un paese di alta montagna della provincia autonoma di Trento, dove la regista è nata e cresciuta. Il maestro Cesare, interpretato da Tommaso Ragno, è un insegnante di contorno, appassionato di musica classica e padre di tre figlie adolescenti, Lucia, Ada e Livia. La loro vita sembra serena, con le ragazze che condividono il letto e si amano tra loro.
Tutto cambia con l'arrivo di Pietro, un soldato rifugiato, forse un disertore, che porta alla diretta relazione tra Luca, la maggiore, e la precedente moglie del soldato, incinta. Le sorelle Ada e Livia sono divise dal favoritismo del padre, ma il destino si avvicina ancora una volta a Lucia. Dopo la fine della guerra, il marito Pietro parte per visitare la sua Sicilia, dove un colpo di pistola rende vedova due donne. Lucia scopre che è stata solo la “sposa di montagna” di Pietro, un uomo che aveva due esposa.
La stessa regista, con la sua esperienza e comprensione delle dinamiche femminili, racconta la storia di Lucia, che decide di intraprendere un viaggio fisico e immaginario in Sicilia per affrontare il passato del marito e accettare la sua figlia Antonia, nata dal loro matrimonio. Il film è contornato da una struggente atmosfera, lontana dal melodramma e vicina al realismo poetico.
Un momento cult del film è quando il maestro fa ascoltare ai suoi alunni le Quattro stagioni di Vivaldi, chiedendo loro di capire quale sia la stagione che stanno ascoltando. Il film mostra come le stagioni naturali e umane, come le regole del vivere, sono al centro di “Vermiglio”, di cui colpisce un detto popolare pieno di concretezza. Quando, alla notizia della morte di Pietro, qualcuno dice: “Una puttana in più da mantenere e un omo in meno che lavora”, la vita si mostra crudele e insensibile.