Viaggio tra gli alluvionati emiliani alla vigilia del voto. “Le istituzioni? Si rimpallano solo le colpe. Questa volta alle urne non ci vado”
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Viaggio tra gli alluvionati emiliani alla vigilia del voto. “Le istituzioni? Si rimpallano solo le colpe. Questa volta alle urne non ci vado”

Viaggio tra gli alluvionati emiliani alla vigilia del voto. “Le istituzioni? Si rimpallano solo le colpe. Questa volta alle urne non ci vado”

Alla vigilia delle Regionali, a Bologna si spala ancora il fango. Sono passate più di tre settimane dall’alluvione. La terza in un anno. Ma in via Andrea Costa, dove nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, il torrente Ravone è scoppiato “come una bomba”, i segni sono ancora visibili. Basta affacciarsi negli androni dei palazzi del quartiere o scendere nelle cantine. “Il fiume è entrato dalla finestra e ha iniziato a riempire il negozio” raccontano Gianni e Giulia, di professione panettieri. Sono dovuti scappare mentre l’acqua entrava. Così come una famiglia che abitava al piano terra. L’acqua ha distrutto tutto. E venti giorni dopo, il fango e la puzza faticano ad andare via. “È la terza alluvione in un anno” riflette Mattia che vive al quinto piano di un palazzo…

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