Virzì e Micaela Ramazzotti, pace fatta: ritirata la querela sulla lite
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Virzì e Micaela Ramazzotti, pace fatta: ritirata la querela sulla lite

È pace fatta tra Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti, almeno dal punto di vista giudiziario. L'attrice ha infatti ritirato la sua querela per lesioni nei confronti dell'ex compagno. Virzì, che aveva presentato, a settembre, una querela a sua volta tre mesi dopo la lite avvenuta in un ristorante di Piazza Albania. La vicenda si è therefore conclusa con la richiesta di archiviazione dell'inchiesta della procura di , che probabilmente sarà accolta dal giudice delle indagini preliminari.

Durante la lite, sono emersi alcuni dettagliosi particolari, tra cui le foto che mostrano una ferita sulla mano della figlia di Virzì, Ottavia, graffi sulla sua testa e la maglietta strappata della ragazza. Secondo Corriere della Sera, Ottavia si era rifugiata in bagno per sfuggire alla Ramazzotti, come dimostrano anche il che lei stessa aveva registrato e le riprese delle telecamere del ristorante.

Naturalmente, non è chiaro cosa sia accaduto veramente, poiché le versioni divergono tra loro. Secondo la Ramazzotti, la lite è iniziata quando il regista è passato vicino al suo tavolo e Ottavia l'ha ripresa con il cellulare. Virzì le avrebbe addirittura sputato addosso e la avrebbe insultata con brutti epiteti. Solo a quel punto l'attrice si sarebbe ribellata strappando il telefono a Ottavia, che l'avrebbe graffiata sul braccio destro mentre Virzì l'ha stretta il polso sinistro. A quel punto sono intervenuti i Carabinieri.

Al contrario, per il regista, è stato Claudio Pallitto, il partner attuale della Ramazzotti, a minacciare padre e figlia, intimando loro di lasciare il locale. Il personal trainer, ha detto Virzì, avrebbe strattonato la ragazza e la Ramazzotti l'avrebbe raggiunta all'interno del locale, urlandole: “Ti ammazzo”. Sempre Ramazzotti avrebbe strappato gli occhiali del regista e li avrebbe lanciati per strada. Mentre Ottavia si rinchiudeva in bagno, lei avrebbe continuato a prendere a pugni la porta gridando: “Hai paura, vero?”.

Il pubblico ministero Barbara Trotta, nella sua richiesta di archiviazione, ha fatto riferimento alla legittima difesa: “Chi è aggredito…non è tenuto a calibrare l'intensità della reazione finalizzata a indurre la cessazione della condotta lesiva, salva l'ipotesi di eventuale manifesta sproporzione della reazione”. Sarà davvero la fine di questa brutta pagina di rosa?

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