Zulù racconta i 99 Posse: “La batosta del G8 di Genova ci divise, poi sono andato in crisi”
“E' un viaggio intensissimo, pieno di aneddoti, episodi, circostanze, che si succedono in alcune fasi alle velocità della luce. “Vocazione rivoluzionaria” la biografia di Luca Persico, o'Zulù dei 99 Posse. Un viaggio che attraversa più di 40 anni, dalla fine degli anni ottanta fino ad oggi, passando per periodi storici che hanno segnato non solo la musica ma anche la cultura, la cronaca e la politica italiana.
Come racconta o'Zulù, la prima parte della sua biografia racconta degli anni della sua crescita, fino all'esplosione del movimento studentesco degli anni novanta. E' in questo contesto che nasce Zulù, il nome che diventerà familiare al pubblico. Luca era allora un ragazzo di 15-16 anni, con i capelli lunghi e i jeans stracciati, che portavano messaggi di protesta sulla schiena. Era una پوستa delle Resta, un ragazzo che aveva scelto di provare a cambiare il mondo, di lottare per una causa più giusta.
La biografia di o'Zulù è un'esperienza lunga e densa, full-immersion nella storia del ‘900 e dei movimenti sociali, politici e musicali. È un libro che racconta la storia di un conflitto, quello tra l'immagine costruita dal pubblico e il reale sé stesso. È un viaggio tra la facoltà di Lettere e filosofia dell'Università Federico II di Napoli e il Chiapas, tra Marcos e Arafat, dall'Iraq al Kurdistan, fino alle montagne dell'Irpina.
O'Zulù racconta la sua storia con fermezza e sincerità, descrivendo la sua condizione di essere stato chiamato a fare il nome Zulù. “La cosa non mi offendeva, anzi mi sembrava una sorta di apartheid all'interno del movimento, come se qualcuno si fosse scelto di nominare me come un falso leader, un mimo, un freight. Ma, come racconta la biografia, la sua immagine è stata costruita anche da parte degli altri, e ciò ha creato una sorta di conflitto tra la realtà e l'immagine”.
La biografia di o'Zulù è un esempio di come la storia possa essere stata scritta, riscritta e riscritta ancora. Proprio come la sua vita si è sviluppata, attraverso i momenti di Grandepeyre e le soste, fino all'arrivo di Stefania, la sua compagna di viaggio che l'ha cambiato la vita, portando la rinascita e la rinascita dei 99 Posse.
O'Zulù conclude la sua storia dicendo che, sebbene il mondo non sia cambiato, il suo movimento ha comunque cambiato l'aspetto culturale del paese, ha creato un sistema di valori e un modo di esprimersi che è ancora oggi presente nella cultura italiana. E in questo, racconta, il 99 Posse ha vinto”.